Paolo Sorrentino


Paolo Sorrentino (Napoli, 31 maggio 1970) è un regista, sceneggiatore e scrittore italiano.

Napoletano purosangue, fin dagli esordi Paolo Sorrentino, regista e sceneggiatore di tutti i suoi film, si distingue dai colleghi italiani grazie a uno stile personale e contemporaneamente internazionale: rigoroso, quasi geometrico nella scelta delle inquadrature e dei movimenti di macchina, innovativo ed eccentrico a livello di scrittura. Fucina di storie e personaggi forti e originali, il suo spirito creativo, sofisticato anche sul piano visivo e musicale (passa in modo disinvolto da Ornella Vanoni all’elettronica dei Lali Puna), lo colloca oggi a pieno diritto nella schiera dei giovani “autori” europei, in compagnia purtroppo di pochi italiani apprezzati forse più in Francia che da noi (tra questi Crialese e Garrone).

La scrittura… e la regia
Giunto dietro alla macchina da presa dal mondo più riservato della scrittura (vincitore del Premio Solinas nel 1997 con Dragoncelli di fuoco, ha scritto insieme a Capuano la sceneggiatura di Polvere di Napoli e ha lavorato per la serie tv La squadra), Sorrentino ha esordito come regista, dopo alcuni cortometraggi, con il pluripremiato L’uomo in più (2001). Dopo i due omonimi loosers Antonio Pisapia, il dimesso ex-calciatore Andrea Renzi e l’ex cantante cocainomane Toni Servillo (vincitore della Grolla d’Oro), il regista è tornato in Le conseguenze dell’amore (2004) a cucire sul corpo di Toni Servillo l’abito di un personaggio scomodo, antipatico e allo stesso tempo commovente per la vulnerabilità celata dietro una maschera d’indifferenza. L’insonne, metodicamente eroinomane Titta di Girolamo va ad arricchire infatti la galleria di “ex” tra i personaggi di Sorrentino: ex mafioso, criminale gentiluomo dotato di un’eleganza d’altri tempi, questo timido e sofisticato antieroe si trova a sconvolgere “in modo rocambolesco” la propria piatta, anonima esistenza. Presentato a Cannes, il film ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui cinque David di Donatello (“miglior film”, “miglior regia”, “migliore sceneggiatura”, “migliore attore protagonista” e “miglior direttore della fotografia”) e tre Nastri d’Argento (“migliore attore protagonista”, “migliore attore non protagonista” e “miglior direttore della fotografia”).
Dopo aver fatto una brutta fine nei panni del marito di Aidra all’inizio de Il caimano morettiano, Sorrentino ha nuovamente riscosso il favore della critica al Festival di Cannes con L’amico di famiglia (2006), storia del vecchio usuraio dell’Agro Pontino Geremia de’ Geremei (Giacomo Rizzo), un altro sgraziato antieroe dal nome eccentrico che si aggiunge alla galleria di creature disperate create dalla penna e dalla camera del regista napoletano.

Ancora Cannes
Nel 2008 torna in concorso a Cannes con Il Divo, scomodo ritratto della figura di Giulio Andreotti – interpretato dal suo feticcio Servillo – nel periodo della sua caduta politica. E dopo un cortometraggio, La partita lenta, sul mondo dello sport, eccolo tornare nel 2011 con un’altra sorpresa: viene presentato a Cannes il drammatico This must be the place, nel quale Sean Penn veste i panni del protagonista, una ex rockstar in cerca di un criminale nazista che aveva umiliato il padre durante la guerra.

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Pubblicato il 14/10/2011 su Directors. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.

  1. Dopo Muccino un altro regista giovane e nostrano si fa strada in quel degli USA!!!! Esce oggi nei cinema il suo nuovo, sono molto curiosa!

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