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Carnage


Sartianamente a porte chiuse, due coppie medio borghesi (Christoph Waltz, Kate Winslet e Jodie Foster, John C. Reilly) litigano per i figli.

Dalla commedia di Yazmina Reza (anche sceneggiatrice insieme al regista) edita Adelphi e recitata con consumata bravura, il nuovo saggio di Polanski sembra essere travestito da esercizio di stile intellettuale, mentre in realtà è un’opera che mostra tutto il cinismo occidentale del dio del massacro del titolo del romanzo da cui è tratto.  I protagonisti giocano a questo massacro con sadico ma autentico piacere. Deliziosamente coronato da buone dosi di esilarante idiozia, è da vedere. Meglio se in coppia.

Bastardi Senza Gloria


Gudiati da Aldo “l’apache” Raine (Brad Pitt), un gruppo di soldati ebrei americani viene paracadutato in Europa per uccidere quanti più nazisti sia possibile: con l’aiuto dell’attrice tedesca doppiogiochista Bridget von Hammersmark (Diane Kruger) tenteranno di eliminare Hitler (Martin Wuttke) e il suo stato maggiore nel cinema parigino di una ragazza ebrea (Melanie Laurent) sfuggita al massacro della famiglia, anche lei decisa a vendicarsi dei tedeschi durante la serata di gala in onore dell’eroe di guerra Frederick Zoller (Daniel Bruhl) e del film che interpreta. Ma tutti devono fare i conti con l’infido e astutissimo colonnello Landa (Christoph Waltz).
Mettendo a frutto la propria passione per il cinema, questa volta non solo di serie B, Tarantino costruisce un film fatto di citazioni (visive ma anche musicali), dove il senso del racconto non nasce da una qualche idea di verosimiglianza storica ma piuttosto dalla capacità del cinema di attribuire un senso compiuto anche alle fantasie più scatenate (e infatti il finale si permettte di ribaltare ogni verità storica). Per questo le polemiche sulla correttezza della ricostruzione e soprattutto sul “desiderio di vendetta” dei protagonisti ebrei sono totalmente fuori luogo. L’unica logica che riconosce Tarantino è quella della coerenza cinematografica, dove il pastiche tra i generi ( si comincia come un western, si finisce come un horror) e le citazioni (da Hawks a Ford, da Pabst alla Reifenstahl) guidano la sceneggiatura e la regia, mentre il divertimento diventa l’unico metro di giudizio. E per chi non ha paura delle scene forti e della mancanza di logica, il divertimento è molto. Il titolo è un omaggio (con due storpiature lessicali che il regista non ha voluto spiegare) al film di Enzo G. Castellari (cioè Enzo Girolami) Quel Maledetto Treno Blindato, il cui titolo inglese era Inglorious Bastards. Otto nomination agli Oscar ma solo Waltz l’ha vinto come migliore attore non protagonista.