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Infernal affairs


Lo so, infernal affairs è una trilogia ma oggi e probabilmente solo in questo caso, ho deciso di parlarne come un unico film, diviso in tre parti. Martin Scorsese ha un grosso debito con il Cinema di Hong Kong, perché il suo film, “The Departed”, accolto come il trionfante ritorno del regista al genere gangster, è il remake anche se di ottima fattura di “Infernal Affairs” di Andrew Lau e Alan Mak, del quale riprende fedelmente la trama, modificandone solo il finale. Mentre Scorsese dilata la storia scoprendo il background dei personaggi, il ritmo di “Infernal Affairs” è molto più incalzante, presentandosi come un film di pura azione i cui protagonisti dall’anima perduta si svelano a poco a poco col proseguire della Trilogia. Il risultato quindi,del film hongkonghese e del suo remake americano si rivela totalmente diverso. Scorsese attinge anche in parte da “Infernal Affairs 2”, ma resta in superficie. In realtà la Trilogia, costruisce un puzzle che, scava nei segreti più torbidi spingendosi sempre più giù nell’abisso e rendendo ancora più labile e confuso il confine tra Bene e Male.

 La Storia racconta della vita incrociata di due infiltrati, uno nella Polizia e l’altro in una Triade, “Infernal Affairs”Vincitore del Far East Film di Udine 2003, è un intricato dedalo di tradimenti , azione e di ribaltamenti psicologici, giostrato su un montaggio serrato e una splendida fotografia che alterna panorami mozzafiato di Hong Kong ad ampie scenografie nude e desolate . I protagonisti, Lau e Yan, si spiano, mandano a monte reciprocamente operazioni pericolose, si trovano ad indagare su se stessi, perdono ogni punto di riferimento in cui riporre fiducia. Attanagliato dai dubbi e dall’ossessione di difendere se stesso, ormai precipitato in una fitta rete di inganni, Lau, l’infiltrato nella Polizia, cambia fronte continuamente rivelando a pieno la sua anima dannata. Ecco ancora una sostanziale differenza che separa “Infernal Affairs” da “The Departed”: mentre quest’ultimo si presenta come un percorso di Giustizia, il primo è, solo apparentemente soffermandosi al capitolo iniziale, una storia di redenzione. Solo al termine della Trilogia, quando si è guardato nel fondo del baratro, si vedrà quanto siano nere le anime di tutti….

 Personalmente, dopo aver visto tutta la trilogia, ho subito pensato…. “Questa avrebbe tutte le carte in regola per diventare una serie tv” Perdonatemi questa piccola variazione sul tema ma effettivamente alla fine del film, i personaggi, già mi mancavano…

Infernal Affairs parla della lotta fra il bene e il male ma alla fine… i vincitori non saranno ne buoni ne cattivi…..

Coloro che commettono i Cinque peccati capitali, cadono in questo inferno per l’eternità, condannati alla suprema e incessante sofferenza. L’inferno continuo comprende tre elementi: tempo ininterrotto, spazio illimitato, sofferenza infinita.

Andy Lau


Il quasi 50enne Andy Lau (Lau Tak Wah) – cantante, personaggio televisivo e attore protagonista di “Whan women want” insieme a Gong Li – è stato incoronato dall’edizione cinese del magazine Forbes il numero uno fra le celebrities cinesi.

Da 30 anni nel mondo dello spettacolo, Andy Lau è una star instancabile. Ha recitato in oltre 100 film e solo lo scorso anno ha tenuto oltre 20 concerti. Fra i suoi film più noti in Occidente, sicuramente “La foresta dei pugnali volanti” di Zhang Yimou (2004), dove  ha recitato al fianco di Zhang Ziyi e di Takeshi Kaneshiro. Ha debuttato nel 1982 nel film “Boat People” di Ann Hui, la regista hongkonghese che è stata ospite del 11esimo Far East Film Festival di Udine (e che ho avuto il piacere di intervistare per Elle: una donna straordinaria).

Come è ricordato nelle sue varie biografie , Andy Lau è nato in una zona poverissima di Hong Kong e ha cinque fratelli. La sua infanzia è stata difficile: da bambino, faceva otto viaggi al giorno per rinfornire la famiglia di acqua potabile, perché la loro casa non era raggiunta dall’acquedotto pubblico.

Un futuro di gloria lo attendeva dietro l’angolo. Dopo il debutto, la sua carriera è stata tutta in ascesa. Richiestissimo come attore, è arrivato a girare più film contemporaneamente nell’arco dello stesso mese, lavorando giorno e notte e dormendo in macchina! Almeno, così dicono le leggende che circondano il personaggio.

Vincitore di numerosi premi musicali, canta in mandarino, cantonese e inglese. È uno dei re del Cantopop (C-pop), la musica popolare cantonese (o hongkonghese). Insieme a Jacky Cheung, Aaron Kwok e Leon Lai, negli anni Novanta è stato uno dei cosiddetti “Quattro Re del Paradiso” (“Four Heavenly Kings”), che hanno dominato le classifiche, conquistando gli schermi televisivi, le cover dei giornali e le campagne pubblicitarie.

  Filmografia parziale

  • As Tears Go By (Wong gok ka moon), regia di Wong Kar-wai (1988)
  • God of Gamblers (賭神 / Dǔshén), regia di Wong Jing (1989)
  • Days of Being Wild (A Fei zheng chuan), regia di Wong Kar-wai (1991)
  • Infernal Affairs (Mou gaan dou), regia di Andrew Lau e Alan Mak (2002)
  • Infernal Affairs 3 (Mou gaan dou III), regia di Wai-keung Lau e Siu Fai Mak (2003)
  • La foresta dei pugnali volanti (十面埋伏 / Shi mian mai fu), regia di Zhang Yimou (2004)
  • A Battle of Wits (Bokkō or Bokukō), regia di Jacob Cheung (2006)
  • The Warlords – La battaglia dei tre guerrieri (投名状 / tóu míng zhuàng), regia di Peter Chan (2007)
  • Detective Dee e il Mistero della fiamma fantasma, Regia di Tsui Hark (2010)

Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma


Cina, 690 d.C. La reggente Wu si appresta ad essere incoronata imperatrice (prima donna nella storia cinese), ma i molti nemici e cospiratori giocano le loro ultime carte per impedirlo. Nel frattempo la costruzione di un gigantesco Buddha in onore della reggente viene rallentata da alcune morti misteriose per autocombustione; sul caso viene chiamato a indagare il detective ribelle Dee, già esiliato dalla stessa reggente.